Chi di noi non ha impresso nel cuore quel momento in cui il Papa, solo in piazza San Pietro, sotto una pioggia scrosciante, ha guidato quel momento di preghiera a cui ci siamo uniti da tutto il mondo? Cominciava la pandemia e, come i discepoli nella tempesta, ci sentivamo smarriti ed angosciati. I discepoli, vedendo che Gesù dormiva, lo svegliarono dicendogli: “Maestro, non t'importa che moriamo?” (Matteo 4, 38) Pensavano, ci diceva il Papa, che Gesù non s'interessasse a loro, che non gli facesse caso... Eppure, ci tiene a noi più di chiunque altro. Sono passati più di otto mesi da quel momento. E continuiamo a trovarci in una situazione molto difficile. Ci stiamo avvicinando al Natale e in alcuni paesi non sappiamo nemmeno se questa volta potremo festeggiarlo in famiglia... La malattia, l'isolamento, la morte, la vulnerabilità economica, la paura, il distanzamento... fanno già parte del nostro scenario quotidiano. Non si sente più nient'altro al telegiornale. E anche...