Dio è nella concretezza
La Quaresima non è un cambiamento di scenario, non è una sorta di parentesi nella vita, non è il momento in cui ci vestiamo di serietà, con tentativi di digiuno, buoni propositi, confessioni, Via Crucis, astinenza... E, allo stesso tempo, è tutto questo. Ma la cosa fondamentale è scoprire che Dio è nel concreto.
L'altro giorno mi hanno parlato di una
canzone colombiana attuale di Alex Zurdo intitolata "Dios está en el
asunto". Dio ha voluto essere in tutto ciò che è umano, ha voluto abitare
tutto ciò che è umano, anche gli angoli più bui della disumanità. Ha voluto
essere anche in ciò che ci rende disumani: il peccato (che parola orribile,
quasi cancellata dal nostro vocabolario sociale).
Ciò che sperimentiamo come più umano,
ciò che ci rende umani: la nostra meschinità, l'egoismo, la cattiveria,
l'arroganza, la superficialità, il desiderio di vendetta, la violenza e un
lungo ecc..., si scopre che non è ciò che è propriamente umano. È ciò che
sfigura la nostra identità di figli e figlie. Questa deturpazione è estranea al
progetto di Dio su di noi.
Durante la Pasqua e il cammino
quaresimale, Dio vuole farci capire che la nostra vera identità è vivere in
modo autentico, senza tutto ciò che ci rende disumani. È possibile?
Pertanto, il cammino quaresimale è un
cammino di umanizzazione e di liberazione da tutto ciò che ci disumanizza. E
tutto questo è possibile perché Dio è nella concretezza, anche nel peccato, per
liberarci da esso.
Perciò la Quaresima non è un cambiamento
di scenario, ma un approfondimento del "nostro scenario". Sappiamo
vivere ogni giorno da una nuova prospettiva, quella dell'umanità? E ancora di
più, agiamo con un cuore umano?
Monica Arca, SEMD Madrid
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