Insieme siamo di più

 
Vicino all'aeroporto di Brindisi, c’è una chiesetta molto antica e caratteristica, la chiesa di Santa Maria del Casale, a cui è annesso un convento, dove vivono le missionarie, ospitate da Don Giovanni, un sacerdote giovane e disponibile. Sono tre donne molto simpatiche e accoglienti, Paola, Veronica e Rosaura, che io ho conosciuto su Skype, durante il periodo del lockdown, grazie ad una mia amica, Martina, che mi ha inserito nel loro gruppo di preghiera, che si riuniva online ogni mercoledì e che mi ha aiutato molto a ritrovare la mia fede. Quest’anno, finalmente, ho avuto il piacere di conoscerle di persona, in occasione di un campo estivo che si è svolto a Brindisi, dal 23 al 27 agosto, a cui hanno partecipato anche le missionarie della comunità di Pavia, Ursula, Berta e Chantal, quattro ragazze, Simona, Francesca, Franchezca e Beatrice, accomunate dalla stessa fede e dal desiderio di far avvicinare i giovani al Vangelo, e il sacerdote responsabile della pastorale missionaria, Don Gian Paolo, un uomo molto umile e pacato. L’obiettivo di questo campo estivo, il cui motto era “Insieme siamo di più”, consisteva nell’accogliere i ragazzini dai 12 ai 14 anni e guidarli verso la scoperta di nuovi rapporti, con se stessi, con gli altri, con la natura e con Dio. Ogni giorno veniva approfondito uno di questi rapporti, attraverso momenti di riflessione e di attività, fra cui canti, balli, giochi a coppie e laboratori creativi.

Il primo giorno era dedicato al rapporto con il proprio mondo interiore e si è parlato dei propri sogni e delle proprie paure: fra i primi, c’era, soprattutto, il desiderio di seguire le proprie aspirazioni e di realizzare i propri obiettivi, invece, fra le seconde, molti ragazzini hanno inserito l’accontentarsi di una vita piatta e in cui si fa ciò che viene imposto. L’attività più bella della giornata è stata intingere le mani nei colori a tempera e lasciare ognuno la propria impronta su un cartellone su cui c’era scritto il motto del campo estivo.

Il secondo giorno si è parlato del rapporto con se stessi e con il proprio corpo, attraverso l’esperienza di Francesca, una ragazza di Roma che ha raccontato come ha superato l’anoressia e com’è cambiato, in questi anni, il suo rapporto con il cibo e con il suo corpo. È stato un racconto molto toccante e penso che Francesca abbia dato prova di grande coraggio e maturità, decidendo di aprirsi e di condividere una parte importante e intima della sua vita. Fra le diverse attività, le più belle sono state scrivere una frase legata al rapporto con il corpo su un bigliettino colorato e cercare di descrivere un sentimento e di farlo indovinare agli altri, mimandolo a coppie. 

Il terzo giorno era dedicato al rapporto con gli altri e, in particolare, al tema dell’amicizia, come grande regalo di Dio per noi. L’attività prevista consisteva nel leggere alcune frasi sull’amicizia e nel riportarle su un cartellone, individuando a quale caratteristica dell’amicizia corrispondessero. Si è parlato anche della timidezza e ho raccontato come sono riuscita a superarla, grazie alla mia migliore amica, che è riuscita a tirare fuori il meglio di me e, a proposito dell’importanza di farsi rispettare e del bullismo, è stata mostrata una scena del film “Wonder”, che affronta questa tematica in modo originale e commovente.

Nel pomeriggio, abbiamo visitato Alberobello e abbiamo celebrato la messa in una chiesetta a forma di trullo, l’elemento caratteristico di questa città, che mi ha affascinato per la sua particolarità.

Il quarto giorno era incentrato sul rapporto con la famiglia e con la Terra, perché siamo tutti una grande famiglia. Sul tema della famiglia, è stato mostrato il video di una coppia sposata da poco, che deve affrontare le difficoltà legate alla malattia, perché la ragazza soffre di sclerosi multipla. Ciò che mi ha colpito è la forza di questi due ragazzi, che hanno messo l’amore al primo posto e che sanno di poter contare l’uno sull’altra, nonostante la sofferenza e gli ostacoli. Un’altra testimonianza molto toccante è stata quella di Simona, una delle ragazze di Pavia, che ha parlato, mostrando grande coraggio e sensibilità, della perdita del padre e dell’importanza di far sempre prevalere l’amore sulle discussioni e sui litigi in famiglia. Sul tema dell’ambiente, è stato mostrato un video sulla storia di Shah Afroz, un avvocato e attivista ambientalista di Mumbai, che, iniziando da solo, nel 2015, è riuscito a realizzare una grandissima impressa: ripulire una delle spiagge più sporche del mondo, quella di Versova, nella sua città natale. Per sensibilizzare i ragazzi sull’importanza del rispetto per l’ambiente, è stata organizzata un’attività di pulizia del viale intorno alla parrocchia, a piccoli gruppi, con guanti e sacchi della spazzatura.

La sera, noi ragazze e le missionarie abbiamo guardato un film-documentario, in cui venivano mostrate le testimonianze di persone che sono riuscite a vincere l’odio con l’amore, fra cui quella di Tim Guénard, che ha superato l’odio verso il padre violento, grazie ala fede e all’amore.

Il quinto giorno si è parlato del rapporto con Dio, perciò è stata una giornata di raccoglimento e di riflessione, in cui Francesca di Roma ha raccontato la sua esperienza su come la sua vita è cambiata grazie alla fede, che l’ha aiutata nel periodo dell’anoressia e che l’aiuta ogni giorno, e, dopo la lettura della Parabola del figliol prodigo, ognuno ha scritto e, poi, condiviso le proprie considerazioni. L’attività più bella è stata realizzare una treccia con tre pezzetti di stoffa, di cui il primo serviva per scrivere ciò di cui siamo felici e per cui siamo grati a Dio, la seconda per scrivere ciò che vorremmo cancellare o che è stato difficile per noi, e la terza da lasciare bianca, a simboleggiare che la vita è fatta dall’unione delle prime due parti.

La sera, insieme alle missionarie, abbiamo organizzato una missione da fare sul lungomare di Brindisi e che consisteva nel portare un cartellone su cui c’era scritto “Vuoi collaborare alla pace nel mondo?” e nell’invitare le persone ad attaccare un bigliettino con un pensiero personale sulla pace. È stata un’esperienza molto bella, perché ci ha permesso di vedere che la gente è sensibile a queste tematiche e che, ciascuno a suo modo e nel suo piccolo, ha voluto dare il proprio contributo a questa iniziativa.

Un’altra missione molto interessante è stata svolta sabato 28 agosto nella chiesa di San Francesco, nella piazza di Ostuni, una città tutta bianca e dalla vista spettacolare. In questa chiesa, si è tenuto un momento di raccoglimento e di preghiera, detto “Luci nella notte”, durante il quale un gruppo stava vicino l’altare a cantare e suonare canzoni liturgiche, un altro gruppo invitava le persone a entrare in chiesa e lasciare un’intenzione di preghiera e una candela accesa sull’altare e il terzo gruppo distribuiva le candele da accendere e i bigliettini su cui scrivere le intenzioni. È stato un momento molto commovente, perché la gente era attratta da questa bella iniziativa e si è mostrata molto entusiasta, anche grazie alla possibilità di confessarsi, all’interno della Chiesa, con don Gian Paolo e don Piero, il sacerdote della parrocchia di Ostuni.

Vorrei concludere dicendo che quest’esperienza ha arricchito molto i ragazzi che hanno partecipato al campo estivo, ma anche noi ragazze e le missionarie, grazie alla condivisione, all’unione e al grande lavoro di squadra che hanno contraddistinto queste giornate. Un ringraziamento a tutti quanti per questa bellissima iniziativa!


- Chicca - 







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