Continuiamo a camminare
Anche Annalena ci racconta la sua esperienza del Cammino
Lungo il Cammino di Santiago ho
ritrovato il mio sorriso spensierato di un tempo, tra i panni stesi al sole a
Porrino, i sentieri in salita a Redondela, nel verde e tra i limpidi ruscelli
di Pontevedra, le chiese di Padron, cariche di misticismo, le messe celebrate
in lingua spagnola, tra gli abbracci ed i brividi dell'arrivo.

La
mia esperienza è iniziata nell'incertezza di una decisione presa in una mite
sera di primavera, proposta, dapprima accennata, che successivamente è divenuta
sempre più concreta.
Fin
da subito, mi sono sentita una privilegiata, come se fossi stata scelta tra
tanti.
Si è conclusa nella consapevolezza di aver
vissuto dei momenti unici.
Ricordi
cristallizzati nella mente e nel cuore, rievocati nei racconti agli amici curiosi
o nei momenti di tranquilla solitudine, quando fai i conti con te stessa e
pensi che ne sia valsa davvero la pena.
Le
note della chitarra mi risvegliavano al mattino, insieme al chicchirichì dei
galletti ruspanti, le prime luci dell'alba sussurravano che era ora di alzarsi.
Seguivano
i compiti da svolgere in favore di tutti i compagni di Cammino, poi i
silenzi che incorniciavano i primi passi del tragitto, le parole della
catechesi su cui meditare, la conchiglia donata appesa al collo, simbolo del nostro
essere pellegrini.
L'impegno
delle care Missionarie per far sì che tutto fosse perfetto, nulla
lasciato al caso, semmai alla Provvidenza, che in tante occasioni ha
rinvigorito gli animi e i passi.
Volti
dapprima sconosciuti, poi ogni giorno più familiari, nomi sempre più facili da
pronunciare e ricordare.
Ogni sguardo associato ad un sorriso.
Gesti
semplici, chiacchierate profonde che scolpivano piano piano i sentimenti più
nascosti.
Zaini
lasciati qua e là, sacchi a pelo distesi, giacigli per i sogni, poi la
stanchezza che non riusciva a prendere il sopravvento, la voglia di arrivare,
di farcela fino alla fine, perché la strada verso la meta era ogni giorno più
breve, l'abbraccio al busto di Santiago, un miraggio divenuto realtà.
Quanti oggetti pesanti ed inutili sulle mie spalle, metafora di un'esistenza appesantita, la mia, che andava sfrondata dai fardelli accumulati nel tempo.
Sono
sempre più convinta che, lungo il Cammino di Santiago, ho ritrovato il
mio sorriso, ora non lo lascio più, lo tengo stretto stretto al cuore.
Annalena
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