Lettera a Diego Bianco, l’operatore del 118, morto per il corona virus


Caro Diego:
Nonostante noi non ci conosciamo, ti volevo scrivere questa lettera di congedo e gratitudine. Quando tutto il popolo italiano esce al balcone ed applaude al personale sanitario, io spero che una parte di quest’applauso riesca ad attraversare le nubi fino ad arrivare al tuo cuore (so che il cielo non è un luogo fisico ma è così come noi ce lo possiamo spiegare…) Insieme a tanti altri compagni di lavoro tuoi che hanno dato la vita in questi giorno, il mio cuore ti onora.

Adesso che sei già con Dio, Lui ti avrà spiegato quello che noi solo riusciamo a intuire: che L’AMORE NON PUÒ MORIRE.

Tu hai molto amato e quello è eterno. Immagino che sei uno di quelli che non si dà molta importanza e mentre guidavi l’ambulanza o accoglievi la gente ammalata, pensavi: “Ho solo fatto quello che dovevo fare”. Ma io credo che precisamente qui ci sia l’eroicità di una vita: fare quello che si deve fare; essere lì dove si deve essere, assumendo quella quota di responsabilità che tutti abbiamo per coloro che ci stanno accanto e che ci sono stati affidati. E questo, tu lo hai fatto senza misurare il prezzo. Questo è ciò che oggi fa di te un eroe…e questo è ciò che fa che noi oggi ti rendiamo omaggio.
Il tuo amore, il tuo senso di responsabilità, il tuo servizio e generosità hanno fatto di te un’anima grande.
E QUESTO AMORE NON PUÒ MORIRE.

So che tua moglie e tua figlia soffriranno molto la tua assenza. Il vuoto che hai lasciato è grande. Ma loro sanno che possono essere molto fiere di te e che, se aprono ogni giorno il loro cuore all’amore nelle cose più piccole, lì ti troveranno. Loro capiranno che non sei morto…sei passato a una vita infinitamente migliore, e che sempre, SEMPRE sarai con loro.

L’amore che hai vissuto rimarrà a tutti noi come legato nel nostro cuore, perché siamo un corpo. Siamo uniti in modo misterioso e non si perde niente di tutto ciò che c’è di buono, di coraggioso, di generoso e nobile. Noi lo riceviamo.

Per tutto questo, semplicemente ti volevo dire GRAZIE.  “Grazie” è una delle più belle parole che possano esistere, ma forse sia una parola un po’ esaurita. Per questo motivo te la traduco. Quando dico “grazie” intendo dire:
-che sei un grande e oggi il nostro cuore ti onora
-che ammiro la tua vita donata
-e che accolgo il testimone che ci lasci (e che prima di te ci ha già lasciato Gesù): amare senza misurare il prezzo che si debba pagare.
GRAZIE

Veronica

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